Ā matin castagne, a megiudì pestümi, â sèia castagnùn”, c’est-à-dire « Châtaignes le matin, résidus de martelage des châtaignes à midi, châtaignes sèches de second choix le soir ».
Triora e il suo territorio sono anche una scoperta gastronomica. C’è la semplicità di tutti i giorni, genuina, frugale, ricordata da questa prima frase. Però c’è anche la tradizione di una città e del suo territorio, di singole famiglie, anche molto ricche ed esigenti nonché di ricette proprie di solo insediamento, insomma, di di una attuale frazione. Si parla sempre e comunque di “cucina bianca”.
Si tratta dell’alimentazione tipica della montagna ligure occidentale. Di una terra alta che vede il mare, ma sorprende per la sua unicità. Si dice “bianca” perché è fatta di ingredienti come farina di frumento o altri cereali, farina di castagne, latte e formaggi, rape e più tardi patate, legumi, pane…volendo stoccafisso e baccalà… Insomma, il colore non emerge. Solo bianco. Si parte dalla secolare presenza della produzione di grano, di cereali, di castagne. Da qui la farina, bianca e la pasta, fresca per veloci piatti legati al mondo dei pastori e della vita nei campi o per le onnipresenti torte salate, un tempo cotte nei forni pubblici del paese. E quindi pane, quello di Triora, che rientra anche nell’impiego come elemento di base per alcune preparazioni semplici da forno. Mai sprecare nulla.
Non mancano preparazioni più complesse, con il grano pestato a mano. Più che altro più lunghe, perché si parla di quanto arriva in eredità da una vita più lenta e misurata. I musei di Triora vi fanno scoprire la cucina di un tempo, con il paiolo sempre sul fuoco. Un mondo di zuppe, una conoscenza profonda di legumi e soprattutto di erbe, con tutte le loro caratteristiche. Positive, nel caso. È quei che si pensa che una zuppa d’aglio sia afrodisiaca. Il mondo gastronomico locale è anche un mondo di tradizioni ricche: non manca la cacciagione, non manca l’osservare i tempi in cui la religione impone una “penitenza” che si traduce, da seicento anni a questa parte, allo stoccafisso, al pesce salato, che vengono da lontano e alle locali trote e lumache. Spesso si incontrano sapori forti, come quelli del sanguinaccio, della ricotta fermentata, il brùssu. Piacevano e piacciono. E per la festa, oltre ai fritti, ecco i tanti dolci, la cui memoria affonda nel tempo (miele, nocciole, castagne, latte). Triora e il suo territorio, l’ambito brigasco con la cucina di Realdo, i ristoranti, le botteghe di prodotti sono una scoperta gastronomica in cui bisogna pensare oltre il modello classico di luoghi che guardano al mare. E capire che cosa sono, magari, il Bernardun, i Ciapazoi, i Sugeli o la Brususa… da scoprire e da gustare. Ricordando che la presunta strega Franchetta Borelli, durante le torture, aveva chiesto da mangiare: prima una minestra di pangrattato. Poi alzò le richieste… una torta…
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Le fauchage a été effectué au cours du mois d’août. Par exemple, un hectare et demi de pelouse, soit pratiquement deux terrains de football, peut être très bien tondu en huit jours de travail. Et ce, s’il n’y avait que quelques tondeuses. Plus d’herbe, plus de tondeuses. Avec seulement quelques outils pendant des siècles, que vous pouvez découvrir dans le musée. Il suffit de dire que chaque ouvrier portait sur lui au moins trois ou quatre lames, qu’il changeait chaque fois que l’une d’elles coupait moins.
Le foin produit a été transporté vers des sites couverts et sûrs. C’était une époque de grand trafic de mules, faisant plusieurs allers-retours par jour, bien que plus récemment des téléphériques aient été installés. Les prairies ont ensuite été observées, entretenues tout au long de l’année, lorsqu’il était nécessaire de dégager les arbustes qui auraient autrement pris la place de l’herbe.
En travaillant sur les prairies les plus isolées, il fallait s’installer avec toute la famille dans des cabanes en briques, vivant en contact absolu avec la nature. C’était la vie de la prairie. La nuit, peu de lumière, les étoiles et les rêves en regardant les lumières lointaines de Triora ou même des villages plus lointains si ce n’est des colonies le long de la côte.
Rester ensemble. La socialité chez les Triora.