Benvenuti in un museo diffuso..

Avete aperto la porta. Siete entrati in una macchina del tempo.
Queste pagine virtuali sono un’anteprima, un racconto che potete vivere solo a Triora.

Se volete cercare l’uomo non fermatevi agli oggetti inanimati che abbiamo esposto, ma salite a vedere in quale cornice venivano e vengono usati gli strumenti del lavoro quotidiano; nelle case e nei campi, sui sentieri lastricati con fatica, nell’ambiente naturale in cui l’uomo operava e da cui venivano tratti materiali e tecnologie nate da questa natura e sviluppatesi con il solo aiuto delle mani e di qualche utensile.
Vi troverete, forse senza saperlo, in uno dei luoghi più belli della Liguria, nel Parco Regionale delle Alpi Marittime Occidentali, dove ancora convivono antichi stanziamenti umani, vecchie tradizioni, endemismi di ogni genere.

Sezione Etnostorica

Sezione Didattica

All’interno di un edificio storici potrete capire come si è vissuto e si vivono le case, gli spazi aperti, la Natura. In una parola si scopre l’etnografia. Una popolazione e il suo modo di essere. Un territorio montano da scoprire. Una Liguria che non è quella della costa e delle spiagge, come tanti la immaginano, ma che viveva di coltivazioni, allevamenti, artigianato, commercio, investimenti, studio.

Ci sono figure e momenti importanti per la costruzione di questo racconto. Padre Francesco Ferraironi, nella prima parte del Novecento, ha scritto della sua terra natìa, ha raccolto libri e testimonianze e ha creato una mostra di cultura popolare nel 1960. Prima pietra di una raccolta museale. Il religioso fu lungimirante.

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Dopo vent’anni in Italia era vivo il movimento culturale della riscoperta della vita popolare, del mondo dei luoghi isolati e spopolati dalla modernità. In questo caso sono stati fondamentali il sindaco Luigi Capponi, il maestro Paolo Ansaldo, l’associazione Pro Triora, i giovani del posto, l’Assessorato alle Istituzioni Scolastiche del Comune di Genova: tutti hanno concorso nella creazione di quello che oggi è l’originale ambito delle raccolte etnografiche. Nei prodotti locali, ancora oggi, c’è l’eredità di un secolare saper fare.

Nel 1987 il Convegno Nazionale promosso dal Comune di Triora e dall’Università di Genova in occasione del quarto centenario dei processi per stregoneria ha portato Triora all’interesse internazionale per la dolorosa vicenda della caccia alle streghe. Triora, paese delle streghe. Ora è un marchio di identità locale. Il nuovo spazio per il racconto è la Sezione Etnostorica della Stregoneria,  a cui hanno concorso Comune di Triora, Regione Liguria, Ministero dei Beni Culturali. Innovativo, drammatico, basato sugli studi e la lettura di Paolo Portone, uno dei massimi esperti nel campo. Un progetto tuttora in corso che ha sede nel signorile Palazzo Stella. Un luogo in cui le presunte streghe furono anche imprigionate. Il loro riscatto è anche in questa scelta.

Infine uscite dai palazzi storici e muovetevi come volete perché i protagonisti del racconto sono: ogni metro di muro in pietra, ogni porta, ogni finestra, ogni balcone, ogni dipinto ed opera d’arte nei tanti edifici religiosi, ogni tipo di abitazione, soprattutto poi quelle di Realdo in terra brigasca, oggi annessa al Comune di Triora, ogni passo in un mondo naturale incontaminato, ogni sguardo verso le montagne, ogni mano posta sulla pietra di una scalata.

Ogni cosa è tempo passato che vive ancora.

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